Se avete un gatto o state pensando di prenderne uno, vi sarà sicuramente capitato di chiedervi quale sia la vita media del gatto.
Senza dubbio, si tratta di un animale molto adattabile all’ambiente in cui vive e questo aumenta la durata della vita del gatto, proprio perché ha un formidabile istinto di sopravvivenza e delle caratteristiche che in questo lo favoriscono, per esempio un gatto pensa a sé stesso e non in branco (diversamente dal cane) ed è un abile arrampicatore, capace di incredibili salti, quasi “da stuntman”.
In realtà, anche la vita del gatto non è eterna, anzi, la sua durata è abbastanza prevedibile e influenzata da fattori specifici: scopriamone di più.
L’esistenza del detto comune “i gatti hanno sette vite” (quando ovviamente ne hanno solo una), può far pensare che i felini godano di una salute molto robusta e possano affrontare molti pericoli restando praticamente illesi.
Tale credenza deriva dal fatto che i gatti siano spesso protagonisti di vicende avventurose: spariscono per mesi per poi ricomparire, precipitano da alberi o terrazzi senza farsi un graffio, oppure sono coinvolti in incidenti in cui molte volte (fortunatamente) non riportano traumi.
Inoltre, alcune capacità del gatto, come quella di riuscire ad infilarsi facilmente in anfratti stretti (passando magari sotto una porta) o di atterrare sulle zampe cadendo anche da altezze considerevoli, li hanno fatti spesso considerare come degli animali “soprannaturali” o dotati di poteri particolari: nell’Antico Egitto, ad esempio, il gatto era venerato e adorato, mentre iconograficamente, il gatto è sempre stato l’animale domestico delle streghe di racconti e film.
Ma oltre al ruolo del gatto nella storia e al di là di ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo, occorre essere pienamente consapevoli del fatto che, come tutti gli animali, anche i gatti hanno una quantità di anni abbastanza definita, che può subire delle oscillazioni in base alla razza, alle caratteristiche della salute e alle abitudini di vita del singolo esemplare.
Prima di capire quanto vivono i gatti, però, occorre calcolare correttamente anche l’età del gatto.
Paragonato all’uomo, il gatto cresce più velocemente:
Essere in grado di determinare con precisione l’età di un gatto non è affatto semplice: ci si può orientare (specialmente sui soggetti giovani) osservando la dentizione, quando i denti permanenti sostituiscono quelli da latte: infatti, attorno ai 3-4 mesi i gatti sostituiscono gli incisivi, mentre a 5 mesi arrivano i canini permanenti.
Se ci si trova davanti ad un gatto adulto la questione si fa più difficoltosa e non è più possibile stabilire con certezza l’età del gatto.
Si può certamente dire se il gatto (adulto) sia giovane o anziano, analizzando la salute generale della bocca, tramite anche l’esame delle gengive e la valutazione della pulizia dei denti.
Prima di prendere un gatto o dopo averlo preso, esso diviene un vero e proprio membro della famiglia (così come vengono considerati cani, pappagalli, tartarughe, criceti, conigli e tutti gli altri amici animali che vivono in casa con noi).
Per questo, si vorrebbe che la dipartita del proprio amico a quattro zampe avvenisse più tardi possibile ed è naturale interrogarsi sulla vita media del gatto, domandarsi magari quali siano le razze più longeve e cosa fare per rendere più lunga possibile la vita del proprio gatto.
Nonostante le straordinarie doti e caratteristiche del gatto, anche la sua esistenza ha una fine; si può dire che, in media, la vita del gatto si aggiri attorno ai 15-17 anni, anche se non è raro trovare gatti che vivono fino anche a 18 o 20 anni.
Così come avviene per i cani, anche la razza del gatto è discriminante e influisce sull’aspettativa di vita: ad esempio, il gatto comune europeo tende ad avere una vita più lunga rispetto a quelli di razza, che possono soffrire di punti deboli in grado di inficiarne la longevità.
Un gatto domestico castrato o sterilizzato, sottoposto ad un regime alimentare corretto ed equilibrato e in perfetta salute (ovvero non affetto da malattie) può raggiungere anche i 20 anni di età.
Diversamente dal gatto domestico, il gatto randagio ha un’aspettativa di vita molto più bassa, che varia dai 4 agli 8 anni: la mancanza di cibo, le condizioni climatiche, i continui pericoli a cui è esposto (tra cui l’alta probabilità di contrarre malattie) impattano di molto sulla sua longevità.
È vero, la vita media del gatto è contraddistinta da un preciso numero di anni e, come si è visto, la razza può essere un discrimine importante.
Tuttavia, è possibile lavorare sull’aspettativa di vita del gatto: vi sono, infatti, fattori che, se trascurati, possono abbassare anche notevolmente la vita media del gatto. Ecco perché è importante prestare una particolare attenzione ai seguenti aspetti:
Amo definirmi una creativa dalla forte impronta razionale. Scrivere, disegnare e creare con le mani sono le mie grandi passioni, ma il pungolo della curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi sui grandi misteri della vita e a informarmi sui 'piccoli misteri' dell'uomo.
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